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Street Photography – Intervista per l’Università NAVB di Amsterdam

Quando Loïs mi ha contattato su Instagram chiedendomi una intervista sulla mia street photography per il suo percorso di studi all’Universita NAVB di Amsterdam non ho esitato a dire di si, sia per il grande piacere che ho di parlare di fotografia sia per la voglia di aiutare e consigliare chi muove i primi passi in questo bellissimo mondo.

Anche se questa intervista non verrà pubblicata perchè è servita per una ricerca studio di Loïs, mi piace condividere le mie risposte con voi e magari leggere anche il vostro parere.

Ecco di seguito l’intervista:

Loïs: Da quanto tempo ti occupi di street photography?

Io: Ho iniziato ad avvicinarmi seriamente alla fotografia di strada solo 9-10 anni fa quando mi sentivo sicuro e capace di raccontare una storia con una foto. Prima di allora, stavo solo scattando foto per strada che è una cosa completamente diversa, avevo un approccio molto più amatoriale.

 

Loïs: Hai fatto studi di fotografia?

Io: Ho un background come Visual Designer, ho frequentato 3 anni di master presso l’Istituro Europeo do Design di Milano dove ho anche studiato Fotografia e Cinematografia. Ma il mio amore per la fotografia è iniziato solo pochi anni dopo. Dopodiché ho appreso tutto da autodidatta.

 

Loïs: Hai subito capito che tipo di fotografia volevi fare?

Io: No, mi sono semplicemente innamorato della fotografia in generale e all’inizio ho iniziato ad esplorare generi diversi come still life, macro, paesaggi, ritratti, street, eventi. Penso che sia una curva di apprendimento naturale che ti aiuta a capire meglio in quale tipo di fotografia ti senti più a tuo agio. Consiglio di non forzare mai la mano in un genere o uno stile che non ti piace o che non senti tuo.

 

Loïs: Sei un libero professionista o lavori per un’azienda?

Io: Per fortuna, ho provato entrambe le situazioni. Lavoro per una IT Media Company (e in precedenza per un’azienda nell’Automotive) dove mi occupo di reportage di eventi e ritratti aziendali, ma lavoro molto anche come freelance facendo principalmente foto di viaggi e documentari, food ed editoriali per riviste o blog.

 

Loïs: Quali sono i pro e i contro

Io: Non ci sono pro e contro fino a quando hai opportunità fotografiche in entrambi e ami quello che fai. Forse lavorare solo per un’azienda può essere noioso dopo un po’ di tempo perché tendi a fare sempre lo stesso tipo di foto, mentre lavorare come indipendente ti consente di sperimentare progetti e incarichi sempre diversi e anche di autoprodurre una storia o un documentario.

 

Loïs: Cosa ti piace di più della street photography?

Io: L’incertezza, l’imprevisto, la caccia all’immagine e la capacità di raccontare storie, ma anche il suo dinamismo che ti costringe ad uscire e camminare per ore e osservare. Amo osservare e leggere la realtà.

 

Loïs: Quali sono gli ostacoli che affronti nel tuo lavoro?

Io: È un lavoro privilegiato, mi sento fortunato a poterci convivere ma oggi la concorrenza è altissima e il mercato divora letteralmente i contenuti, costringendoti a restare sempre in carreggiata e a produrne di nuovi.

È diventato anche molto più difficile sorprendere o farsi notare per una foto perché ormai là fuori sono tutti fotografi e qualsiasi luogo del mondo o evento o situazione è accessibile e fruibile a tutti. Ci sono sempre meno cose che sono ancora invisibili.

 

Loïs: Che regole ti imponi mentre fotografi?

Io: Essere sempre curiosi e non scattare foto se non necessario. Seguire uno stile, una forma e una storia. Per quanto riguarda l’attrezzatura invece, mi sono imposto la regola di portare con me il minor numero possibile di obiettivi, massimo due e sempre a focale fissa.

 

Loïs: Che tipo di qualità pensi che dovrebbe avere un fotografo?

Io: Passione per quello che fa perchè senza quella non c’è strada da fare.

Educazione visiva. È importante costruire la propria cultura ed educazione all’immagine, leggendo libri, studiando fotografi importanti, seguendo lezioni, tutto per poter comporre o inquadrare un’immagine in modo corretto e costruire il proprio stile. Non imitare le tendenze fotografiche o altri fotografi, basta capire e leggere le foto che ci attraggono. I miei studi in Graphic Design e Cinematografia sono stati così importanti per me, così come le conversazioni che ho avuto con fotografi di incredibile talento come Bruce Gilden, Jerome Sessini e Larry Towell. Ascolta sempre il maestro e osserva…

La visione (o immaginazione) che ti permette di “vedere” la foto prima di scattare, anticipando ciò che pensi o senti accadrà davanti a te. Senza la visione, non diventerai mai un vero fotografo.

 

Loïs: Cosa vuoi trasmettere con le tue immagini?

Io: Voglio raccontare storie, amo raccontare storie, ed è quello che voglio che facciano le mie foto. E ovviamente, se riesco a raccontare una storia trasmetterò anche emozioni, buone o cattive, non importa.

 

Loïs: Con che tipo di situazioni hai a che fare con la tua fotografia, sia positive che negative?

Io: Emotivamente parlando, la maggior parte delle volte ho a che fare con le persone, e sai, ognuno ha un modo diverso di reagire davanti all’obiettivo e devo essere veloce e flessibile nell’adattarmi a loro.

La sfida è sempre quella di creare un’empatia positiva ed essere discreti e mai aggressivi o arroganti. Inoltre devo accettare i fallimenti ogni volta che qualcuno rifiuta di essere fotografato o se una situazione non sta andando bene come mi aspettavo. Non mi piace insistere se vedo che la foto non sta venendo come vorrei, preferisco lasciare che le cose accadano in maniera naturale e spontanea.

Tecnicamente parlando, la sfida di uno streetphotographer consiste nell’adattarsi rapidamente alle diverse condizioni di luce e nello scegliere l’obiettivo focale o le impostazioni giuste. Ma è lì che le capacità di visione e anticipazione ti rendono un fotografo anziché un amatore.

 

Loïs: Hai qualche consiglio per me come studente fotografo?

Io: Guarda da vicino le opere di grandi fotografi, identifica quale genere di foto ti piace di più, costruisci la tua cultura ed educazione all’immagine e poi guarda dritto al tuo stile, alimenta la tua passione, esci e scatta, da solo, immergiti nel tuo mondo. Usa una fotocamera con un obiettivo, almeno all’inizio, trova la tua lunghezza focale personale (la mia è 28 mm), usa i piedi per ingrandire e rimpicciolire.

Ultimo ma non meno importante, non fare il bianco e nero perché è cool e trendy per la street photography, ma solo se lo senti davvero e lo conosci profondamente, altrimenti fotografa a colori, vivi nel tuo tempo.

Grazie per la bella intervista, spero che ti dia un po’ di ispirazione per la tua crescita nella fotografia,

alla prossima,

Sabino

 

Fotografo corporate e di eventi.

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